In Cina pare che i regolatori hanno stabilito che i loro exchange debbano chiudere e che debbano farlo entro la fine di settembre c.a. e pare abbiano anche già provveduto con qualche arresto (manette ai polsi intendo) anche se non è chiara l’accusa (articolo cinese da aprire con Crome per leggerlo tradotto…). Gli exchange in Cina sono dei colossi, guadagnano follie, hanno il software pronto e i clienti… quindi non rinuncieranno a tutto ciò e si sposteranno altrove: Giappone, Svizzera… paesi che li aspettano con le braccia aperte. Mi chiedo cosa fanno ora i clienti degli exchange cinesi. Sicuramente in moltissimi stanno vendendo per moneta fiat visto che le quotazioni bitcoin sugli exchange cinesi vanno dai 2100 ai 2600 dollari, ora che sugli altri exchange del mondo siamo in media sui 3000 dollari… (fonte). Bisognerebbe vedere cosa fa invece chi i bitcoin dalla Cina li sposta su exchange giapponesi o occidentali: li terrà o li venderà?
Come è ovvio chi vede il bitcoin come una minaccia (banche ad esempio) in questi periodi ne approfitta per rilanciare i “te l’avevo detto”: il bitcoin è una bolla, è una truffa, è il male perché usato dalla criminalità… bla bla bla …