Che le transazioni in Bitcoin siana anonime è un fatto. L’anonimato è necessario a garantire la sicurezza e l’imparzialità del Sistema; la privacy per gli utenti è una conseguenza di ciò.
Nel sistema bancario, le banche assegnano per ovvi motivi di sicurezza un numero di conto corrente diverso ad ogni cliente. Ma il sistema Bitcoin è disintermediato, non c’è una banca che può fare ciò, sono gli utenti stessi che da soli devono crearsi il loro “numero di conto”; il wallet. Quindi per garantire la diversità dei numeri di conto degli utenti ci si affida alla legge dei grandi numeri ed al calcolo della probabilità. In sostanza questi numeri di conto, o meglio gli “indirizzi bitcoin”, sono dei numeri molto-molto grandi e creati in modo casuale; talmente grandi che in pratica è impossibile che ne vengano creati casualmente due uguali. E’ chiaro quindi come l’anonimato di bitcoin sia una conseguenza necessaria in sede di creazione degli indirizzi ed è altrettanto chiaro che la sicurezza del Sistema non verrebbe pregiudicata se successivamente alla creazione degli indirizzi gli utenti decidessero di rivelare pubblicamente che un tal indirizzo è associato al loro nome. Ed infatti non è raro trovare ad es. dei siti internet che pubblicano on line il loro indirizzo bitcoin per ricevere dei pagamenti, tipicamente delle donazioni.
Inoltre, come approfondito più avanti, i miners hanno totale discrezionalità sulla scelta di quali ordini di pagamento processare prima e quali lasciare in attesa, e quindi il loro lavoro potrebbe essere “condizionato” in qualche modo se gli indirizzi bitcoin rivelassero l’identità degli utenti; potrebbero per qualche motivo essere indotti a privilegiare alcuni ordini e bloccarne degli altri sulla base di chi sia il mittente o il beneficiario. Ciò minerebbe l’imparzialità del Sistema.
Infine la Blockchain è un registro pubblico che tutti possono consultare; copiamo questo indirizzo: 3KJ4TZ2jFsN2MUhFc2aMzGSkSDExvtnCQC e incolliamolo nel campo in alto a destra di questo sito: https://blockchain.info/ (che è un sito apposito per interrogare la Blockchain) e premiamo invio. Ciò che si vede sono tutte le transazioni avvenute da e per questo indirizzo. Se gli indirizzi rivelassero sempre e comunque anche l’identità dei titolari degli indirizzi (e quindi del mittente e del beneficiario), chiunque potrebbe vedere che magari Tizio ha fatto una donazione ad un certo partito politico o ad un’associazione di gay o pagato un medico specializzato in malattie “imbarazzanti” o … e tutto questo senza dover chiedere un mandato del giudice… Sarebbe un’inaccettabile violazione della privacy che ne ridurrebbe certamente l’adozione. (Non è il caso dell’indirizzo che ho inserito per fare questo esperimento, visto che è della Bitcoin Foundation Italia che lo ha pubblicato sul suo sito, e quindi rivelato, per ricevere delle donazioni).