La disinformazione su bitcoin è la stessa che subì internet anni fa: gli articoli dei media di oggi su bitcoin sono sostanzialmente identici agli articoli degli anni ’90 che parlavano di internet come del nuovo strumento “satanico” inventato dalle persone cattive per fare del male alle persone buone.
Gli argomenti, che alimentano la disinformazione su bitcoin oggi, sono sostanzialmente tre:
- il bitcoin è la moneta della malavita;
- il bitcoin è una bolla speculativa;
- il bitcoin è uno schema Ponzi.
Fino a poco tempo fa si leggeva anche che il Sistema Bitcoin non era sicuro, un tormentone inizato nel 2014 a seguito del fallimento di Mt Gox… mentre ora, a rigor del vero, tutti lodano l’architettura di Bitcoin e la sua ormai proverbiale sicurezza.
Che bitcoin sia la moneta della malavita è facile da argomentare viste le sue caratteristiche intrinseche come l’anonimato, permission-less, limit-less, ecc. ecc. Ma non si dice che sulla Blockchain la traccia delle transazioni, seppur anonime, resterà in “eterno” o comunque finché una catastrofe naturale o atomica o non so neppure io… determininerà la cancellazione di tutte le memorie degli oltre 50.000 computers sparsi in tutto il mondo che oggi custodiscono una copia della Blockchain. E questo è un grosso freno per chi, ad esempio, deve riciclare denaro perché non può sapere quali tecniche investigative le Forze di Polizia potranno avere un domani. E resta comunque il fatto che oggi cambiare grosse somme di bitcoin in moneta fiat mantenendo l’anonimato è estremamente difficile e costoso. Lo stesso problema si pone in caso di finanziamenti ad associazioni illegali o criminali o terroristiche eseguiti in bitcoin, o per i riscatti estorti con i ramsonware… Tutte attività criminali che comunque preesistevano a bitcoin e che non si sono intensificate con l’avvento di bitcoin.
Bitcoin è uno strumento potente, sia nel bene che nel male, ma accusarlo di favorire le attività illegali sarebbe come accusare le case automobilistiche perché i rapinatori di banche di solito scappano in automobile!
Anche argomentare che il bitcoin sia una bolla speculativa, e paragonarla alla bolla dei tulipani dove però lì almeno ti rimanevano i bulbi !!! , è facile… Però non è vero che dietro a Bitcoin non c’è nulla. Dietro a bitcoin ci sono centinaia di migliaia di persone che credono in una moneta disintermediata e queste persone sono sempre di più, ci sono oltre 9.000 miners che investono ingenti capitali per tenere il Sistema in sicurezza e che costano al Sistema, al cambio di oggi, oltre 3 miliardi di dollari l’anno (non 3 milioni ma proprio 3 miliardi!: 5.000 dollari per 1 bitcoin x 12,5 di reward ogni 10 minuti x 6 x 24 x 365), e poi c’è l’ampia comunità dei programmatori, ci sono moltissimi imprenditori che sviluppano e offrono servizi legati al bitcoin (exchanges, provider di carte di credito, ecc. ecc.) o che accettano bitcoin in pagamento per i loro beni e servizi… Cioè non stiamo parlando di 4 floricoltori di tulipani!
Invece dire che Bitcoin sia uno schema Ponzi non ha proprio nessuna giustificazione. Gli schemi Ponzi sono dei multilevel dove per farvi parte bisogna essere invitati da uno “sponsor” e bisogna pagare una quota. La quota serve e remunerare lo sponsor e chi gli sta gerarchicamente sopra. Ad un certo punto il bacino di potenziali nuovi affiliati si esaurisce e gli ultimi ad essere entrati restano col cerino in mano. In Bitcoin non c’è nulla di tutto ciò: i bitcoin si acquistano senza l’invito di nessuno, non bisogna pagare nessuna quota d’ingresso e non si guadagna facendo “entrare” altre persone. Uno guadagna o perde a seconda che il valore di bitcoin sale o scende. Punto.
Il mercato di bitcoin e delle altre criptovalute può essere piuttosto assimilato al Forex o, pensando ai token, alla Borsa Valori. Forex e Borsa sono forse degli schemi Ponzi? (vedi: Le Altcoin)
Ma la disinformazione su bitcoin è normale. Tutte le grandi innovazioni hanno avuto i loro scettici.