LA BRUTTA STORIA DI “the DAO”

Vitalik Buterin, fondatore di Ethererum Classic, con il più grosso crowdfunding di sempre raccoglie 150 milioni di dollari e crea the DAO (the Decentralized Autonomous Organization).

DAO è uno smart contract su Blockchain di Ethereum Classic che ha una sua dotazione finanziaria. DAO può ricevere proposte progettuali di start up e poi finanziarle usando appunto la sua stessa dotazione finanziaria.

E’ un nuovo modello di azienda; senza uffici, senza amministratori né dirigenti né dipendenti… che svolge in modo autonomo la gestione dei fondi… Al limite della fantascienza!  La filosofia sottostante a tutto ciò è che “il codice è Legge” (code is Law), non c’è “arbitrio umano”, il contratto non può essere “rotto”.

Ma DAO è un programma di migliaia e migliaia di righe di codice e nasconde una “svista”, un “bug”, ed un imprenditore strart-upper, nonché haker, ne approfitta e riesce ad ottenere da DAO numerosi finanziamenti per un totale di qualche milione di dollari. Non fa nulla di illegale perché ciò gli è consentito dallo smart contract (o meglio dal bug dello smart contract, evidentemente non troppo “smart”…) che per la filosofia sottostante è Legge.

Però Vitalik non ci stà e, per salvare il salvabile, forza il fork, un hard fork da cui nascerà Ethereum.  Questa vicenda ha innescato molte polemiche perché ovviamente un contratto è un contratto e non poteva essere rotto, tanto meno dal suo proponente. I puristi si sono schierati ovviamente contro Vitalik ma il mercato ha poi premiato Ethereum (nato dal fork di Ethereum Classic) ed Ethereum Classic è rimasta indietro.

 

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